domenica 10 novembre 2013

COPPA ITALIA SPEED 2013 - Il podio finale

Ph. Mauro Binelli
Mentre mio padre monta le foto varie della Coppa Italia speed 2013 io passo al capitolo mani.
Di solito quando mi presento a qualcuno ho notato che mi guardano con molta attenzione le mani; penso abbiano un certo timore della stretta schiacciadita che molti aspiranti climber di successo usano per intimorire l'avversario, oppure pensano ci siano degli inserimenti da cyborg tipo Robocop, o piuttosto che siano di taglia superiore alla media tipo le manone di Frankenstein.
;)

ASPETTO ESTERNO
Le unghie sono sempre rasate a zero; solitamente la magnesite le secca e disidrata e poi dipende molto dal periodo dell'anno, in genere ci sono almeno 4 tipi di stato delle mani:
  • tra gennaio e la prima gara - periodo di "carico" - mostrano generalmente tutta la parte dei polpastrelli e del palmo di un bel colorito rosso acceso per tutto il tempo; quando cerco di fare un boulder o di scalare su roccia la temperatura si alza pericolosamente fino quasi al punto di autocombustione; è il periodo dell'anno in cui i climber vengono più spesso beccati a soffiarsi sulle dita per spegnere un principio d'incendio
  • più o meno da quando iniziano gli allenamenti sul muro della speed, cioè verso marzo e fino alla fine di luglio cominciano a prendere fuoco solo le punte, questo è il periodo della nastratura preventiva dell'anulare e del medio, le due dita più lunghe che si ustionano quando non si prende bene la mira durante la velocità; inoltre di questa stagione sono tipiche le bruciature sul dorso quando non si calcola bene la distanza dal muro e le abrasioni da urto con altre prese e ferraglia varia sempre sul dorso della mano. Di questo periodo solo Samuele è riuscito a soffrire del rarissimo "bozzo da pulsante", la sera in cui il pulsante di arrivo ha deciso di suicidarsi gettandosi contro la fronte di Samu che stava arrivando di gran carriera; se lo vedete chiedetegli di mostrarvi la fatidica cicatrice, sigh!
  • le gare sulle dighe sono un discorso a parte per le mani; pena la partecipazione alla gara devono essere sempre accuratamente nastrate TUTTE! Magari con anche due o tre strati, altrimenti il minimo sgraffio sul cemento se ne stà poi lì a guarire per mesi; due anni fa Max mi aveva soprannominato "Calendula" per via delle tonnellate di pomata che ci piazzavo sopra!
  • infine ci sono le mani da falesia a partire da novembre e fino all'inizio di gennaio che per me sono la sommatoria di tutti i tre modelli perchè devo praticamente rifare i calli\ tutti gli anni e così sono sempre un po' ustionate, un po' consumate e con qualche bozzo qua e là. Ma non bisogna preoccuparsi, uno sputo e un po' di magnesite per fermare il sangue e via, si riparte!!!

FUNZIONI
Le funzioni delle mani del climber hanno molto a che fare con tutti i riti della buona sorte: se ci faccio caso, una volta che hanno assolto al compito principale di tenermi su e darmi la spinta necessaria per avanzare verso l'alto diventano il mio principale portafortuna...
... quando mi alleno per la speed mi fa sentire meglio una bella smagnesata con soffione prima della pulizia rituale dei piedi (ma questo lo lascio per il prossimo capitolo)...
... quando scalo in falesia mentre sbraccio, cambio il ritmo di salita o studio i prossimi passaggi le mani nel sacchetto della magnesite danno sempre l'impressione che sì, questa volta la chiudo...
... quando aspetto il mio turno in isolamento e mi smangiucchio tutte le pellicine le mani fanno da passatempo e sfogastress...
... prima di partire per la gara la smagnesata finale stressa un po' l'avversario e fa perdere quei pochi centesimi di secondo che possono sempre far bene, in più è il segnale che attenzione si è tutti pronti...
...GO!!!
Comunque anche nel 2013 la Coppa Italia l'ho vinta io, 3 tappe su 4, quella di Bolzano una delle gare da dimenticare di quest'anno; per il resto tutto bene; trofeo di squadra per il B-side che si aggiudica il bronzo! foto di Mauro Binelli, video di mio padre, purtroppo anche le canzoni le sceglie lui, fosse per me...

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